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La rinascita turistica dei Campi Flegrei: da Malazè a Procida Capitale della Cultura 2022

Le iniziative a supporto della valorizzazione e del "rilancio "turistico" del territorio

Luca Genovese

Postato il: 09-Mar-2022

Da una parte, il Piano nazionale di ripresa e resilienza con oltre 60 milioni di euro per gli otto Comuni dei Campi Flegrei finalizzati alla valorizzazione e riqualificazione dell'intera area territoriale nell'ambito del Progetto Integrato di Rigenerazione Urbana.

 

Dall’altra “Procida Capitale Italiana della Cultura 2022” con oltre 150 eventi pianificati, 44 progetto culturali e circa 400 artisti provenienti da 45 differenti Paesi nel mondo.

 

Un’occasione irripetibile per il rilancio “turistico” dei Campi Flegrei e per la valorizzazione del suo enorme patrimonio storico, archeologico, naturalistico, paesaggistico, culturale, termale ed enogastronomico.

 

Ne parliamo con Rosario Mattera, Presidente APS Malazè e “Facilitator per lo sviluppo dei Campi Flegrei” nell’ambito delle iniziative di Procida Capitale della Cultura Italiana 2022

 

 

1) Buongiorno Rosario, Malazè nasce, da una tua intuizione, come evento ArcheoEnoGastronomico dei Campi Flegrei. Puoi illustrarci le origini di questo progetto? Come nasce e qual è il suo scopo?

 

Malazè nasce per promuovere le bellezze e le molte proposte turistico-culturali dei Campi Flegrei. Ad essa è legato il Festival  ArcheoEnoGastronomico dei Campi Flegrei,  ed è il frutto del lavoro fatto dall’Associazione Culturale Enogastronomica Campi Flegrei a Tavola.

 

Il Festival, giunto alla quindicesima edizione, fermo da 2 anni causa Covid, si svolge tutti gli anni nelle prime settimane di settembre e si sviluppa nei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto, Procida e una parte della città di Napoli, per mettere in mostra il meglio dei prodotti tipici di una zona poco conosciuta ma dal grande patrimonio artistico, archeologico e ambientale.

.

 

2) Con il tempo Malazè è diventata una realtà solida dei Campi Flegrei, tanto da evolversi e diventare un APS. Puoi raccontarci in che modo è avvenuta questa evoluzione e quali sono i suoi obiettivi come associazione di promozione sociale?

 

 

L’evoluzione di Malazè, che poi sarebbe l’evoluzione dell’ Associazione Campi Flegrei a Tavola, direi che è avvenuta quasi in modo naturale come crescita e conseguenza del processo culturale avviato sul nostro territorio in tutti questi anni.

 

Abbiamo approfittato della pausa Covid per rilanciare i nostri temi e riorganizzarci con un nuova struttura e una nuova organizzazione che andasse al di là del Festival. Abbiamo donato il patrimonio immateriale a tutta la nostra piccola Comunità che ha collaborato e ci ha sostenuto in tutti questi anni ed è così che è nata “L’APS Malazè Laboratorio di Comunità”.

 

Raccontare in poche battute cos’è la comunità Malazè e quali sono i suoi obbiettivi è un'impresa non facile, così per essere sintetici vi riporto la descrizione presente sull'home page del sito: “Malazè negli anni è diventato un laboratorio diffuso di innovazione territoriale dove si sperimentano e si attivano nuovi percorsi di sviluppo a base creativa e culturale che combinano la tutela e la valorizzazione del patrimonio culturale, ambientale e paesaggistico con il food, il sociale, le nuove tecnologie digitali, il design e il fare impresa. Una dimensione in cui si coniugano sviluppo, identità e sostenibilità”.

 

Ecco, questo è quello che abbiamo intenzione di fare, attività che facciamo da 20 anni con la nostra associazione, ma che ora continueremo a fare con maggiore forza e un organizzazione diversa e più strutturata.

 

 

3) Il vostro ambito territoriale di riferimento sono i Campi Flegrei, un’area che si sviluppa nei comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida, Quarto e nell’Isola di Procida che quest’anno è “Capitale della cultura italiana”. In che misura questo evento si ripercuoterà sul territorio Flegreo, soprattutto dal punto di vista turistico?

 

Questa è una domanda molto complessa che meriterebbe tempo e spazio maggiore per dare una risposta più compiuta.

 

Se ci atteniamo ai dati di esperienze pregresse di Capitale Italiana della Cultura, si parla in genere di un aumento di presenze che vanno dal 15% al 25% in più durante tutto l’arco dell’anno.

 

Ora chi sarà capace di organizzarsi per intercettare questo maggiore flusso di turisti? Questa è la domanda che ci  dobbiamo porre.

 

Credo che Procida sarà quella che più ne beneficerà, con un alto rischio di overbooking per quanto riguarda le presenze stanziali, ma soprattutto potrebbe correre il rischio di un eccessiva presenza del turismo pendolare “mordi e fuggi” che creerebbe non pochi problemi all’isola.

 

Questa premessa non avrebbe senso se nel frattempo i territori che dovrebbero abbracciare Procida in questo bellissimo viaggio, i Campi Flegrei, si fossero organizzati e avessero condiviso, con convinzione la progettualità di Procida Capitale Italiana della Cultura, ma ad oggi non mi risulta che le amministrazioni abbiano fatto in tal senso iniziative o progetti che vadano in questa direzione.

 

In compenso c’è da dire che le associazioni e le imprese del settore turistico ricettivo stanno collaborando in modo intenso e costruttivo con il Comune di Procida e l’organizzazione di Procida 2022, stanno mettendo in campo varie iniziative ma soprattutto stanno costruendo e valorizzando quella rete territoriale alla quale da anni noi di Malazè stiamo lavorando e che Procida 2022 potrebbe accelerare.

 

4) Con specifico riferimento all’iniziativa “Procida Capitale della Cultura Italiana 2022”, potresti illustrarci quale sarà il ruolo di Malazè e le sinergie e progetti attualmente in corso con i diversi stakeholders istituzionali?

 

E’ stato ufficializzato in queste settimane la collaborazione dell' APS Malazè Laboratorio di Comunità e del mio ruolo di Facilitator per i Campi Flegrei, che va oltre Procida 2022.

 

È un giusto riconoscimento che il Comune di Procida ci ha voluto riconoscere per il lavoro che abbiamo fatto fin dall'inizio della candidatura di Procida 2022, una candidatura che abbiamo visto come una grande opportunità per far crescere, all'interno delle nostre Comunità, il senso di appartenenza ad un territorio stupendo di cui si ha poca consapevolezza.

 

Abbiamo sempre pensato che fosse il viaggio, composto da una progettualità inclusiva ed innovativa, della candidatura di Procida 2022, che ci doveva stimolare ancora di più a fare il massimo per tutta l’area dei Campi Flegrei che avesse al centro di esso l’isola di Procida.

 

Poi è avvenuto l’inimmaginabile, la nomina di Procida a Capitale della Cultura, diventando di fatto un opportunità ancora più grande per Procida e per tutti Campi Flegrei. Un opportunità  che ci deve vedere tutti impegnati ma, soprattutto, protagonisti per fare in modo che si valorizzi questo territorio ancora poco conosciuto e fuori dalla destinazioni turistische.

 

 

5) Guardando al futuro, quale ritieni possa essere l’eredità lasciata da Procida Capitale della Cultura 2022 e le iniziative che dovranno essere messe in campo per l’opportuna capitalizzazione di tale esperienza e per l’efficace valorizzazione del territorio Flegreo?

 

Per quanto riguarda la legacy che dovrebbe lasciare l’esperienza di Procida 2022, credo non bisogna fare l’errore di pensare che, all’improvviso, l'evento Procida 2022, come erroneamente viene definito, come una bacchetta magica, possa risolvere tutti i mali che affliggono il nostro territorio.

 

Uno dei limiti che molti addetti ai lavori stanno evidenziando è il poco tempo a disposizione che intercorre tra la progettazione e la durata dell’iniziativa “Capitale Italiana della Cultura” rispetto a quella della “Capitale Europea”.

 

Questo di per se è già un handicap, di non poco conto, perché l’esperienza di Matera 19 ci insegna che avere a disposizione 5 anni rispetto ai circa 18 mesi  di Procida 22, tempo che intercorre dalla progettazione al periodo dell’inizio dell’anno “Capitale della Cultura”, credo che faccia una bella differenza, per poter riuscire a progettare e coinvolgere le Comunità del territorio.

 

Parlo di Comunità, non a caso, perché uno degli obbiettivi più importante è quello di coinvolgere in tutta la progettazione i cittadini del territorio, renderli protagonisti, farli prendere consapevolezza della bellezza dei loro luoghi e riuscire a  creare nuove opportunità

 

Ritengo che allo stato attuale questa iniziativa stia trovando delle difficoltà ad arrivare all'intero territorio dei Campi Flegrei, ad oggi poco attivo e poco coinvolto in tutta la progettazione. Tuttavia, Procida potrebbe diventare il tanto sognato laboratorio di Comunità dei Campi Flegrei,  che da anni sogniamo, dove poter sperimentare buone pratiche che possano poi essere portate sulla vicina terra flegrea, una sorta di cantiere di progettazione che possa vedere protagonisti i tanti attori presenti sul nostro territorio.

 

Starà a noi tutti dare il nostro contributo per far si che ciò avvenga, cercando soprattutto di stimolare e rendere più attive le nostre amministrazioni pubbliche che, fino ad oggi, sono state molto assenti nel sostenere, prima la Candidatura di Procida Capitale Italiana della Cultura 2022 e poi la nomina a Capitale Italiana 2022. 

 

Le amministrazioni, che  salvo la tiepida condivisione di qualche Ente o Comune, dovranno mettere da parte gelosie ancora tipiche di chi ancora non ha capito che il mondo va oltre il proprio campanile e capire che da soli non si va da nessuna parte.

"JAMM PROCIDA 2022 – JAMM JAMM CAMPI FLEGREI"

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